Tradizioni celtiche a Cammoro e in Umbria
Tutte le feste celtiche, erano legate ad eventi cosmici, ed al moto solare. Ogni festa era una specie di monitoraggio del moto della Terra intorno al Sole. La croce celtica, o ruota solare rappresenta il Cosmo (il Cerchio) ed al suo interno la Terra (ovvero la Croce i cui 4 bracci corrsipondono ai 4 elementi) dunque sarebbero i 4 elementi uniti dallo Spirito (il Cerchio).
Presso i celti le bracce della croce, indicavano anche le 4 feste stagionali , ovvero i solstizi e gli equinozi. (Samhain, Imbolc, Beltane, Lughnasadh), o comunque la suddivisione delle quattro stagioni. Il cerchio sarebbe il percorso compiuto dal Sole nell'arco dell'anno. Quando il cristianesimo sovrappone le feste cosmiche pagane con quelle cristiane,fa perdere il significato cosmico, e, perdendo la memoria pagana della cosmicità, si perse anche il valore della Festa.
Molte Feste in Umbria, ricalcano le feste celtiche di monitoraggio del moto Solare. Le feste di San Giovanni ( Litha ), le Feste di Maggio ( Beltane), le Feste del Vino ( Mabon), le Feste Pasquali ( Ostara), la Feste della Candelora ( Imbolc),Le Feste d'Agosto ( Lammas) le Feste dei Morti ( Samhain), e le Feste di Natale (Yule), hanno mantenuto esteriormente il carattere pagano, con l'uso dei fuochi per la notte di San Giovanni ( solstizio estivo), il ceppo che si usava a Natale ( rimasto come dolce), i fuochi di agosto, e l'alzata degli alberi o corsa dei ceri, per le feste di Maggio. Putroppo avere tagliato quel cordone ombelicale cosmico alle feste, ha portato oggi l'estinzione di molte feste, mantenendo solo quelle che sono riuscite ad avere un senso "turistico"... ma oggi fortunatamente quelle radici si stanno riattivando e prendono forme e aspetti davvero inconsueti.
In alcuni paesi sperduti dell'Umbria, come Cammoro, ancora ci sono gli ultimi rimasugli di quelle antiche feste, e queste manifestazioni sono di fatto pezzi archeologici del passato celtico dell'Umbria.
Le più carattteristiche, oltre alla famosa festa dei Ceri di Gubbio, sono le Nozze Verdi diIsola Fossara, l'alzata del maggio a San Pellegrino di Gualdo, la Notte del Fuoco a Grello, l'avvento a Rasiglia chiamato oggi Venuta.
Notte di San Giovanni di Giugno ( Janua - porta ) solstizio d'estate- Beltane
Nella campagne era tradizione mettere i fiori nell'acqua ed esporli alla luna alla viglia di San Giovanni. Il giorno dopo, il lavarsi con quell'acqua ( detta anche guazza) garantiva la bellezza e l'acqua aveva virtù terapeutiche.
Sempre per San Giovanni si raccoglievano le noci per fare il nocino.
Notte di San Giovanni di dicembre ( Janua - porta )
Si raccoglieva il vischio, che si attaccava alle porte
(Le due date solstiziali erano considerate nella tradizione porte tra il visibile e l’invisibile. La porta invernale apre la via agli stati sopraindividuali (l’atemporale, l’a-spaziale, l’Aldilà), mentre da quella estiva irrompe nel mondo della genesi la manifestazione. Giovanni ricorda Janus, janua (porta), il Giano bifronte che fa da confine tra un tempo ed un altro (Gennaio, Januarius) e che nella mano destra porta lo scettro (funzione regale) e in quella sinistra la chiave (funzione sacerdotale). Giano è il re sacerdote che custodisce l’universo e ha il diritto di volgerlo sui cardini; è colui che muove il mondo sul suo asse.)
Rasiglia ( sopra Pale area Foligno)
Una particolare festa celtica si svolgeva a Rasiglia, proprio a pochi km da Cammoro, tra il 9 ed il 10 dicembre dove si accendevano falo' e si suonavano le campane e si facevano i botti per indicare al Sole la via da percorrere nel cielo fino alla Festa di Jule. La cristianizzazione della Festa fa si che oggi la Festa dell'avvento si chiama Venuta e si dice che serva alla "Santa Casa" della Madonna di Loreto, per volare dalla Palestina fino a Loreto. Ancora oggi c'è questa tradizione.
Dal 24 dicembre al 6 gennaio si svolge un particolare presepio vivente tra le vie del paese di Rasiglia.